All’epoca era una piccola realtà emiliana: l’azienda venne infatti fondata nel 1914 a Bologna da Alfieri Maserati che ovviamente diede anche il nome al marchio. La prima vettura interamente disegnata, progettata e prodotta da Maserati fu la Tipo 26, che prese il nome dall’anno di produzione (1926). Per la prima volta il tridente fece la sua comparsa nella calandra, un simbolo stilizzato e ripreso dalla celebre fontana di Nettuno di Bologna. Nello stesso anno la Tipo 26 fa il suo esordio alla Targa Florio conquistando il nono posto, al quale seguirono altre importanti affermazioni, fino a quando purtroppo nell’anno successivo Alfieri ebbe un grave incidente che provocò la perdita di un rene: da quel momento la sua salute peggiorò progressivamente fino alla morte avvenuta nel 1934. Gli successero temporaneamente i suoi fratelli Ettore, Ernesto e Bino fino all’acquisizione dell’industriale modenese Adolfo Orsi avvenuta nel 1937. La Maserati si trasferì da Bologna a Modena in viale Ciro Menotti, dove è ancora presente. La “nuova” produzione iniziò a spron battuto realizzando la A6 1500, una gran turismo che nella versione da corsa trionfò sul circuito di casa con alla guida Alberto Ascari. A inizio anni ‘60 Maserati si ritira dal mondo delle corse per concentrarsi sulle vetture di produzione. Nasce poi la Tipo 60 nota con il soprannome di Birdcage, che seppur non in veste ufficiale Maserati, ma utilizzata da altre scuderie, registra importanti vittorie. Poi a partire dal 1968, la Maserati entrò nell’orbitra della frnacese Citroen Negli anni successivi, basandosi su un accordo tra Maserati e CitroFu fondata nel 1914 a Bologna da Alfieri Maserati che diede anche il nome. La prima vettura interamente disegnata, progettata e prodotta da Maserati fu la Tipo 26, prendendo il nome dall’anno di produzione (1926). Per la prima volta il tridente fece la sua comparsa nella calandra, un simbolo stilizzato e ripresa dalla fontana del Nettuno di Bologna. Nello stesso anno la Tipo 26 fa il suo esordio alla Targa Florio conquistando il nono posto, al quale seguirono diversi trofei mondiali, fino a quando purtroppo nell’anno successivo Alfieri perse la vita e proprio a causa di un incidente stradale. Gli successero i suoi fratelli fino all’acquisizione dell’industriale modenese Adolfo Orsi e la Maserati si trasferì da Bologna a Modena. La “nuova” produzione sfornò la A6 1500, una gran turismo che nella versione da corsa trionfò sul circuito di casa con alla guida Alberto Ascari. A inizio anni ‘60 Maserati si ritira dal mondo delle corse per concentrarsi sulle vetture di produzione. Nacque la Tipo 60 nota con il soprannome di Birdcage, che seppur non in veste ufficiale Maserati, ma utilizzata da altre scuderie, registra importanti vittorie nel mondo delle competizioni. Poi nel 1968 la Maserati passa sotto il controllo della Citroën: il modello più celebre frutto di questo accordo fu la Citroen SM, una coupé di lusso ad alte prestazioni con Motore V6 Maserati. Nonostante le buone intenzioni e la cura riposta in fase di progetto, le vendite della SM non decollarono mai e nel 1975 la Casa francese mise in liquidazione Maseratri. A salvare la casa quella volta ci pensò l’imprenditore Alejandro de Tomaso (proprietario dell’omonima azienda automobilistica), che con la sua importante quota nella società riuscì a risollevare lentamente le sorti della casa del tridente. Era necessario produrre un’auto con buone prestazioni senza costi esorbitanti. Nacque perciò la Biturbo, dotata di un motore V6 a doppia sovralimentazione, come dice il nome stesso, e che piacque molto al pubblico. Ma un altro grande cambiamento era in vista: un riassetto azinendale radicale poiché nel 1993 De Tomaso cede le azioni al Gruppo Fiat che diventa perciò proprietario anche di quest marchio. Nel 2000 iniziano i lavori per l'espansione del centro di viale Ciro Menotti e la costruzione di una nuova rete commerciale. Il resto è ovviamente storia recente: Maserati è impegnata nella ristrutturazione della propria gamma, lasciando ampio spazio ai modelli ibridi e elettrici di prossima generazione. Un riassetto che segue gli sviluppi dettati dalla recente fusione tra PSA e FCA.
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